Pasqua 2010

Quàtar barch in mèzz al lâgh
par un tracc da rïerùn tra gió in ra nòcc,
cul magùn di óman strach
pa’r nagott ca’mpieniva j öcc

In sü ra lita un sciur
l’era’rent a’n föögh da brasca:
“s’hî ciapâ stanòcc o fiö?
bütê a drizza par péscà”
trava squass in gîr a tö

E la ret piena da péss
trala sü mestée de ur
gh’è vórüü ul Giuanin
ca’l ta dìj: “deh, l’è ‘l Signûr”.

Àssa brüta l’è stâ ciâr
sétt bütâ in dur lagh balòss
senza mia ra sòcca’ndoss.
Sétt rüâ denànz a lü,
maser e biótt,
cuma’l mund te sétt vegnüü.

La vergogna in dur tò cò:
‘l cugnóssi mia, ‘l cugnóssi mia, ‘l cugnóssi mia
… gall ca canta, …
làgrim amâr …

La certézza in dur tò cöör:
“Ti te’l sétt, Te vöri bèn”.

C'era una volta Pasolini

Ho raccolto l'invito a partecipare a questo progetto su Pasolini fattomi da Rosa Biagi (vedi post precedente su "terre rare").
Terre Rare (qualcosa in più di una galleria d'arte)
sta lavorando ad un progetto sulla LIBERTA'ESPRESSIVA
aperto alla collaborazione di tutti.

(cito testualmente) Il riferimento alla figura di Pasolini altro non è che una spontanea associazione d’idee. La sua personalità si impone quando si pensa al coraggio della libertà, soprattutto quella scomoda e anticonformista, forma di vita innanzi tutto.

Un progetto libero nel merito, nella tipologia dei lavori e delle persone che intendono partecipare.

Si prevede una comunicazione più vasta rispetto a quella della mostra tradizionale: l’idea è quella di una sintesi tra spazi e linguaggi normalmente diversificati e distanti: la città, il web, la galleria (e-)mail art, street art, mostra.


Cominciamo quindi con
C'ERA UNA VOLTA PASOLINI... Le slide
Inizio: venerdì 8 gennaio 2010 alle ore 20.10
Fine: lunedì 15 marzo 2010 alle ore 23.10

La colpa è delle IBIS e ancor di più del Giorgio

vasonasomi disse: “stai attento che ti ammali”.
non gli diedi retta e
m’ammalai,
m’ammalai del sentire
la terra tra le dita, del percepire
l’odore della stessa e
la sua plasticità
deformarsi alle spinte dei polpastrelli
per restituire talora
immagini impreviste.

lui è sì, il primo!
e come fare ancora non sapevo.
vasonaso, evaso mi dicevo:
più naso o più vaso?

e in quei cavi di
wildtiana memorïa
sprofondo senza tema
mi ci guardo di dentro

di fianco e
di naso!

vaso e naso?

terre rare

a rischio di stancare l'inesistente lettore di questo blog
devo ribadire per la terza volta la parola incontro.
tre è un numero perfetto per cui dopo
non lo farò più
però ora devo parlarvi di rosa
rosa biagi
(lo scrivo in minuscolo -adoro il minuscolo-
perchè so che lei non lo leggerà in senso diminutivo,
ma anzi ...)

a quel che ho capito gestisce una galleria
ma forse è qualcosa di più
anzi ne sono certo
intanto andate a vedere il sito
e perdetevi dentro.

è qualcosa di più
perché rosa ha la capacità di annullare l'anonimato della rete
e attraverso il suo modo di porsi
ti arriva diretta
vera
e questo considerato che stiamo parlando di realtà virtuale
è un paradosso...
un "bel" paradosso


sempre a proposito di incontri...

Tramonto dal "Panorama" di Bobbiate
Sono decisamente per gli incontri, l'ho già detto,
e soprattutto
amo gli incontri in cui
le mani possono stringersi
e gli occhi incontrarsi,
ma devo comunque dire che in questi ultimi tempi
mi è capitato di cogliere la potenzialità del mezzo informatico...
...due persone che pur non conoscendo "de visu"
sento vicine per approccio e passione.
Chi mai leggesse i post di questo spazio
vada a fare un giro nel blog di Mlù
e si troverà a viaggiare nel mondo,
nei luoghi della ceramica,
eppoi (sempre volando) passi dalla Bottega delle Stelle
di Riccardo Biavati
e si ritroverà di colpo nella fiaba...

... in attesa di incontrarli tutte e due di persona
comincio a ringraziarli e magari Mlù potrò vederla a Milano da Silvia,
mentre con Riccardo mi piace pensare di poter bere insieme un buon bicchier di San Giovese seduto dentro la sua "officina"...

a presto

è sempre una questione di incontri...



Anno: 2008
Misure: 27 cm
Terra: Argilla rossa
Tecnica: Faenza
Oggetto: Vaso prisma triangolare




...prima di incontrare la ceramica (o meglio il far ceramica) ho incontrato una persona,
un ceramista
e poi un'altro,
un'altro
e un'altro ancora
e potrei riempire così tutto il post.
Tra questi incontri uno particolarmente ricco è stato quello con Silvia, una bella anima che si occupa con passione di ceramica e mette in rete (oggi si dice così...) diverse esperienze, dando la possibilità agli "attori" di conoscersi. Possibilità ulteriormente cresciuta con la coraggiosa iniziativa legata alla creazione di una rivista che invito tutti caldamente a prendere in considerazione:

Artegìa: la ceramica in Italia e nel mondo.

La Cattedrale

TelamoneAnno: 2008
Misure: 50x47x58 cm ca.
Terra: Refrattario chamottato 0-2
Tecnica: monocottura con ossido di Rame
Oggetto: Telamone

Telamone (particolare)
Sono sempre stato affascinato dalle Cattedrali. Tra le tante cose mi colpiscono i personaggi scolpiti nelle pietre dei capitelli, delle guglie, delle colonne, nelle nicchie e nei posti più strampalati; personaggi apotropaici che vegliano sui destini di ogni pellegrino o passante distratto.
La loro bellezza ci riporta di un'epoca, il medioevo,
tuttaltro che barbara,
ricca anzi di slancio emotivo,
una capacità di guardare oltre, tra la consapevolezza di
una realtà più grande di quel che possiamo vedere e una pietà vera,
misericordiosa,
derivante dal cristianesimo...

Crocifisso (particolare)Anno: 2008
Misure: 63x58 cm ca.
Terra: Refrattario chamottato 0-0,5
Tecnica: monocottura con ossido di Rame
Oggetto: Crocifisso (particolare)

Raku

So benissimo che questo termine è in realtà abusato,
so anche, l'ho capito nei dialoghi con chi lo pratica dal suo avvento nella forma occidentale,
che ha ben poco a che vedere con l'antica tecnica giapponese legata al rito del té...

è pur vero che resta una pratica che ha avvicinato molte persone al mondo della ceramica...

di fatto crea un'emozione profonda estrarre il pezzo dal forno quando è incandescente,
ci si sente come Efesto, sottoporlo a riduzione e finirlo con l'immersione in acqua per completare il ciclo...
ribolle tutta la tinozza...
e si trattiene un acre odore di fumo addosso...
... e questo non è proprio il massimo ...

L'apparente facilità non ci inganni però:
come per tutta l'arte ceramica serve l'umile consapevolezza
che solo il lavoro del tempo, dell'esperienza e
dello studio possono dare;
eppoi chiedere, non smettere di essere curiosi e
chiedere sempre a chi di strada ne ha fatta:
ti darà sempre una dritta, un suggerimento,
un qualcosa che ti sorprenderà
e ti permetterà di crescere...
di "forgiarti" col fuoco...

Le Lune di Inarzo

È successo una sera, come tante altre,
mentre rientravo a casa
dopo aver bevuto un'ottima Guinness all'Half Moon di Casbeno.
Non che non l'avessi mai vista o notata,
una luna rossa e gigantesca nel cielo,
ma quella sera era strana e
chiamava d'andare a guardarla...
Così ho accellerato con la macchina e
in pochi minuti ho raggiunto il Panorama,
un luogo nei pressi di casa mia dal quale si vede
il lago di Varese.
Che strano, sembrava così alta nel cielo,
ma quando sono arrivato l'ho vista bassa sull'orizzonte,
sembrava appoggiarsi ai rilievi che stanno dietro il paese di Inarzo,
di là dal lago...
Fissandola si notava che si abbassava sempre più,
finché è scomparsa,
in un attimo,
lasciandomi un senso di inesorabilità...
La sera stessa scrissi una poesia intitolata "Le Lune di Inarzo".
A dire il vero la scrissi nel mio dialetto perciò "I Lünn d'Inarz".

Da quell'episodio passò un po' di tempo
fino a quando lavorando con la ceramica mi venne
spontaneo ripensare a quella poesia e darle forma.
Sono nate così alcune lastre, un vaso e alcuni piatti intitolati appunto Le Lune di Inarzo.

I Lünn d'Inarz

Che lüna hu vist stasira,
ti te see mia,
mezza,
russa e lünénta,
bassa
sur'orlu dur ciel.
Hu curü par vidéla,
sun rüà 'l panorama
e già la pundàva
sura i culinn d'Inarz.
La gh'ha miss dü minütt...
hu mia pudü fermàla,
hu mia pudü
fermàla...

***

Che luna ho visto stasera,
tu non sai,
mezza,
rossa e luna a se stessa,
bassa
sopra l'orizzonte.
Ho corso per vederla,
sono arrivato al panorama
e già s'appoggiava
sulle colline d'Inarzo.
Soltanto due minuti...
non ho potuto fermarla,
non ho potuto
fermarla...

Le Lune di Inarzo I

Anno: 2007
Misure: 38 cm
Terra: Argilla rossa
Tecnica: Faenza
Oggetto: Piatto


Le Lune di Inarzo II

Anno: 2007
Misure: 38 cm
Terra: Argilla rossa
Tecnica: Faenza
Oggetto: Piatto


Le Lune di Inarzo IV

Anno: 2007
Misure: 57x28 cm
Terra: Argilla rossa
Tecnica: Faenza
Oggetto: Lastra


Le Lune di Inarzo V

Anno: 2007
Misure: 57x28 cm ca.
Terra: Refrattario chamottato 0-0,5
Tecnica: Smalti graffiati e ossido di Rame
Oggetto: Lastra

Le Lune di Inarzo VII

Anno: 2007
Misure: 20x29 cm
Terra: Refrattario chamottato 0-0,5
Tecnica: Raku occidentale
Oggetto: Lastrina inserita su legno

Le Lune di Inarzo IX

Anno: 2007
Misure: 10x10x30 cm
Terra: Terraglia tenera
Tecnica: Smalti graffiati e ossido di Rame
Oggetto: Vaso tetragonale, vista sui quattro lati

Le Lune di Inarzo X

Anno: 2007
Misure: 38 cm
Terra: Argilla rossa
Tecnica: Faenza
Oggetto: Piatto